domenica 25 maggio 2014

Cose da sapere sulla Pole Dance


1) Non è uno sport per tutti.

Su internet leggerete che non ci sono limiti per praticare la pole dance. Alte, basse, magre, in carne, sportive, ballerine, blocchi di ghisa. Tutti possono farlo.
Ed è verissimo.
Ma è altamente sconsigliato a chi si lascia scoraggiare con facilità.
Le prime lezioni possono essere demotivanti. I primi obiettivi che vi darete potrebbero sembrare irraggiungibili. Dopo poche lezioni potreste pensare che non fa proprio per voi e vi imporrete con la coda tra le gambe di virare su un corso di uncinetto.
Se tendete a deprimervi al primo "non ce la faccio", avviatevi con una bella sporta cerata della coop a comprare i gomitoli.
Va aggiunta però un'ulteriore precisazione: sono sempre appartenuta alla suddetta categoria. Mi piace essere brava in quello che faccio e non ho pazienza. O riesco subito o mollo.
Questo mio spirito rinunciatario è improvvisamente cambiato, ancora mi sorprendo della mia determinazione.
Voglio farlo. Voglio riuscirci. Se le altre riescono in tre lezioni ad arrampicarsi e a me servono due mesi, pazienza.

2) Non è uno sport economico

Se per fare attività fisica siete disposti a spendere 5 euro, comprate dei lacci nuovi e andate a correre al parco.
Purtroppo le lezioni non sono proprio a buon mercato (nella mia scuola si va dagli 8 euro per fit e flexy ai 18 per pole dance). Vengono però spesso fatte anche promo con lezioni omaggio e pacchetti mensili decisamente più convenienti.
Le motivazioni che mi sono data sono due:
- le scuole sono poche e oggettivamente è abbastanza difficile che ci sia della concorrenza (ma se nella vostra città c'è una scuola di pole, stappate una bottiglia e ritenetevi fortunate!!)
- la palestra di pole può essere usata praticamente solo per pole dance e affini (a differenza di praticamente tutti gli altri corsi dove in un'unica sala a rotazione si fa un po' di tutto), in più il numero di pali presenti condiziona per forza il numero di allieve ad ogni lezione. Con complicazioni di prenotazioni e numero massimo di partecipanti (si può fare zumba un po' stretti...non si può fare pole dance con un palo ogni cinque).

3) Svestite per necessità

I pantaloncini di decathlon mi sembravano cortissimi alla lezione di prova.
Errore.
Ritrovarsi praticamente in mutande non è per volontà di essere sexy ma per necessità di grip.
Un abbigliamento non adatto potrebbe essere un vero e proprio ostacolo, facendoci scivolare come pere cotte nella nostra prima stentata sedia.
Superata ogni remora la scelta migliore si è rivelata quella delle coulotte del reparto intimo. Non esistono shorts sportivi abbastanza short.

4) God save the magnesite

Come per il punto 3, a volte è tutta questione di grip.
A prescindere dalla mia pippaggine reale la magnesite è una benedizione per rimanere appiccicate al palo.
Il problema principale è stato trovarla (liquida e non in polvere).
Se non la trovate (in una grande catena di articoli sportivi mi hanno chiesto se era uno di quei beveroni proteici per palestrati...annamo bene...) cercate un negozio specializzato in attrezzatura da arrampicate o in internet, ma non commettete l'errore di pensare "si ok, ma non farà poi sta gran differenza, faccio senza".





mercoledì 21 maggio 2014

Cose che dovete sapere su di me

Ho sempre avuto due certezze.
La prima è che odio lo sport.
Ogni sport.
Mi irrita fare fatica. Sudare. Lo sforzo fisico mi sembra un'inutile spreco di energie.
Ed è un'opinione che ho strutturato e rafforzato negli anni.
Perchè non è stata un'irragionevole presa di posizione.
Ginnastica artistica. Nuoto. Pattinaggio artistico. Ginnastica ritmica. Pallavolo. Basket. Acqua Gym. Capoeira.
Ho dato allo sport innumerevoli possibilità di conquistarmi. Di farmi sentire bene con me stessa. Di farmi sfogare e rilassare.
Ogni volta la stessa conclusione. Bestemmie mentre preparo la borsa. Bestemmie mentre vado. Bestemmie durante. Bestemmie dopo. Trascinata solo dal bilancio economico di non aver buttato via i soldi dell'iscrizione.
La seconda è che ho serissimi problemi con tutto ciò che è vagamente femminile e mi riguarda.
E' più forte di me.
Che sia una risposta acida a un complimento, o un saccone per nascondermi le tette, io proprio non mi ci trovo.
Ogni volta che devo abbandonare la mia divisa di jeans e adidas mi sento a carnevale. "Ok, a questo matrimonio mettiamoci i tacchi e travestiamoci da donna".

Alla lezione di prova - rigorosamente scelta come ennesimo pigro esperimento per vicinanza della palestra rispetto a casa - mi è bastata la coreografia di riscaldamento.
"Cammina!" è stata l'istruzione urlata da Gloria.
E lì, traballante sulle mezze punte, con i miei pantaloncini di Decathlon comprati mesi prima perchè "magari ogni tanto andiamo a correre" (ma quando mai?), con la mia manina attorno al palo e i calzini a righe, mi sono sentita per quattro secondi bellissima.
Poi l'istruzione successiva di Gloria è stata "Onda!" e l'incanto è svanito. Ero di nuovo una ranocchia goffa e imbarazzata.
Ma avevo già deciso. Volevo fare quello.
Pole Dance.

Oggettivamente questa non è la mia strada. Cioè non mi viene affatto bene.
Faccio onestamente cagare. Ci metto il doppio delle altre allenatissime e magrissime e ventenni ragazze a imparare le cose. Il mio tono muscolare inesistente è stato un enorme ostacolo ad ogni progresso. Il mio riflesso in mutande nello specchio mi mette ancora a disagio. Non c'è stata una volta in cui non mi sia fermata bestemmiando a metà serie di addominali. Ma non c'è stata una volta in cui abbia saltato la lezione perchè non ne avevo mezza. Anzi, la aspetto con ansia a metà della settimana a cancellare ogni scazzo.
Ho degli obiettivi. Imparata una cosa la si perfeziona e si passa a qualcosa di più difficile.
Difficile è la parola chiave.
Perchè è fatica e lividi. Fa male, a volte malissimo rimanere attaccati. Fa paura ritrovarsi a testa in giù e non sapere più da che parte scendere. Per alcune cose serve una forza che ancora non ho.
Ma mi piace tantissimo.

Per dovere di cronaca mi sento anche di precisare che - a differenza di molti ambienti femminili - non c'è della stupida competizione. Ammiri a bocca aperta quella che riesce subito con grazia e naturalezza a fare tutto. Inciti con cori da stadio chi ha paura a lasciarsi andare. E parte l'applauso di gruppo quando finalmente a quell'altra viene quella cosa che provava da settimane. Anche questo mi piace un casino.